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Come arrivare in città |
Arrivare con l’aereo a Lisbona è in genere un buon approccio per capire al meglio l’origine dei ritmi vitali(pulsanti) di questa città. Per chi, come me, ha preso un volo diretto Roma-Lisbona, che è passato a sud di Madrid, e nel cuore della "meseta" ha visto nascere il Tago, ha reputato, in territorio portoghese, Lisbona come una naturale conseguenza di quel meraviglioso spettacolo che è l’estuario di suddetto fiume. In realtà prima dell’impatto visivo con la capitale, si capisce di essere molto vicini a questa, in quanto l’aereo deve far fronte, con non pochi sobbalzi, ai primi venti che l’oceano "regala" al punto più occidentale d’Europa (Capo da Roca).Una volta atterrati, il primo impatto con l’aeroporto è alquanto deludente; sembra quasi di essere a Capodichino (aeroporto di Napoli, molto piccolo). In realtà tranne la zona dove si ritirano i bagagli, l’aeroporto Portela de Sacavem è immenso, al pari di altre capitali europee, e quindi, come tale, tempio dello shopping "last minute". Non male da visitare, con in più la nota positiva di bagni puliti.
La prima cosa da fare è impossessarsi della cartina (gratuita!) della città, con annessa legenda degli alberghi e tracciato della metropolitana. Questo è possibile farlo già nell’aeroporto; infatti vicino all’uscita principale c’è un ministand "Turismo de Lisboa" dove troverete un addetto (che conosce l’inglese, il francese, il tedesco, lo spagnolo, il cirillico....ma non l’italiano) che comunque molto gentilmente (il 95% dei lisboeti è gentile) vi indicherà sulla cartina il punto preciso in cui c’è il vostro albergo, ammesso che, lo abbiate prenotato prima o che ne troviate uno disponibile (economico) poi.
A questo punto per raggiungere l’albergo controllate se è vicino ad una stazione della metropolitana, in tal caso prendete quest’ultima senza remore. Il metro infatti, oltre ad essere molto economico (100escudos =1000lire), veloce e pulito è anche abbastanza sicuro; questo soprattutto nelle ore di punta e la sera, in quanto nella carrozza di testa del treno c’è sempre una coppia di poliziotti. In realtà perderete la vostra naturale diffidenza con questo mezzo di trasporto quando vedrete dopo la mezzanotte signore anziane sole e signorine procaci non accompagnate, viaggiare con una certa tranquillità. Naturalmente il consiglio è di non abbassare mai la guardia, ma per chi come me viene dal meridione d’Italia, Lisbona è il paese dell’innocenza.
Torniamo a noi. Il taxi è consigliabile solo per giungere in albergo, poi bus, tram e metro funzionano molto bene oltre ad essere economici. Mediamente una corsa costa da 100 a 150 escudos (1000£-1500£) con possibilità per la metropolitana di acquistare carnet di 10 biglietti al prezzo popolare di 80 escudos l’uno (800£) o di prendere il biglietto giornaliero da 260 escudos (2600£). I quartieri a Lisbona sono molto piccoli e quindi è auspicabile muoversi a piedi, anche perché nella zona antica della città le strade sono in realtà dei vicoli .
La leggenda di camminare nella Baixa (città bassa) o nel Bairro Alto (città alta) e sentire un intenso odore di pesce fritto, quasi che ne fossero impregnate le mura di questa sorta di "profumo dei poveri", è la pura verità. Sta a voi poi giudicare quanto questa caratteristica sia felice o meno.
La parte bassa della città, che si estende da Piazza Figueira e dall’attigua piazza del Rossio fino alla Praca do Commèrcio (figura n°), è un insieme di antiche strade (rua do Ouro, rua Augusta ....) dove troverete i classici negozi che vendono il "porto" e una serie sterminata di affollatissime "pastelarie" (che sono le nostre pasticcerie). Noterete infatti che ogni tre negozi, due almeno sono "pastelarie" o friggitorie (mi è sempre rimasta la curiosità di conoscere trigliceridi e colesterolo dei lisboeti che dimostrano davvero di avere stomaci di ferro).
Ultima nota relativa al "come muoversi", riguarda gli spostamenti nelle località adiacenti la capitale: Cascais, Estoril, Sintra ....
Anche in questo caso il treno-metro è la soluzione migliore (economica e confortevole). Infatti, parte dal cuore della città (vicino Rossio) e per circa 280 escudos (2800£) vi porta a destinazione. Per la cronaca, Sintra è meravigliosa, Cascais è sicuramente da vedere ma Estoril è una vera delusione!.
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Cosa mangiare |
Cedere ai vari fast-food all’estero è davvero umiliante. Infatti i vari Mc Donalds non solo, non fanno risparmiare, ma distruggono anche il fegato. A Lisbona mediamente con 25000£ si mangia abbastanza bene, soprattutto a base di pesce (spigole, orate e granchi sono generalmente sempre freschi).
Se tuttavia volete saltare un pranzo, per dare respiro al portafoglio, vi consiglio di provare non tanto le specialità da friggitoria lisboeta (anch’essa dannosissima alla salute umana) quanto i tipici dolci portoghesi, che con il loro notevole apporto calorico, non vi faranno certamente soffrire di improvvisi cali di zucchero. Prima di fare una breve rassegna sulle delizie locali, un solo consiglio: tra le centinaia di migliaia di "pastelarie" in giro per la città, solo una è veramente in grado di garantire una certa qualità: "Suice" nel Rossio. Questo consiglio è frutto di un’intensa ricerca condotta nei giorni del mio soggiorno a Lisbona, nonché anche causa di stratosferiche dissenterie, che in più occasioni mi hanno totalmente disidratato.
Possiamo affermare che oltre al tipico dolcetto di Belem "pasteis" (pasta sfoglia con crema pasticciera, spolverati di zucchero e cannella), la pasticceria portoghese fa largo uso di pasta sfoglia con cui sforna una moltitudine di simil-strudel. Quelli ai fichi, un po’ troppo stufosi, buoni invece tutti i dolcetti "glassati", ottimi quelli alla mela. Sappiate però che la "pastelaria" precedentemente citata, finisce (in Agosto) tutti i dolci già nel primo pomeriggio, perciò siete avvisati, se volete far visita a questo santuario dello "zucchero". Passando velocemente alle cose rustiche, se avvicinate una friggitoria, assaggiate perlomeno i tocchetti di baccalà fritto (pataniscos) o degli involtini, in pasta sfoglia fritta, di verdure di vario genere.
Se vi fermate in un ristorantino nella zona pedonale a cavallo di Praca de Commercio, con la modica somma di circa 25000£ potrete mangiare una buona spigola o un ottima orata alla griglia. Visto la loro qualità e ricordandoci di quanto costa il pesce in Italia, anche questa è un occasione da non perdere. Il portafoglio malato potrete sempre guarirlo nei giorni successivi, depredando un supermercato (che pure non manca mai) acquistando per cifre irrisorie, prodotti, che riempiono il vostro stomaco e i vostri bagni. Per dare un tocco di classe al tutto e sentirsi appieno partecipi alle usanze della capitale, dopo aver pranzato, non fatevi mancare la "ginginha". Al costo di 150 escudos (1500£), potete provare questo scherry "annacquato" che per almeno 10 minuti vi farà sentire un lisboeto D.O.C.. Vi consiglio di chiedere del bicchierino di carta. Ultima nota al riguardo: il negozietto (situato all’inizio della rua do Ouro) che vende questo rosolio "locale" è unico nel suo genere, sia perché vende solo "ginginha" e sia perché è sempre attorniato da un capannello di persone non molto lucide. Inoltre la sera, nelle sue vicinanze, c’è sempre qualche cantante di "fado" che allieta le vostre bevute, il tutto gratuitamente.
Ultimissima nota in favore di qualche irriducibile paninaro McDonaldiano: i fast food in genere sono un po’ più economici, ma in compenso vendono sempre le solite schifezze.
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Cosa visitare |
Un primo suggerimento. NON fatevi la Lisboa card !.Un servizio All inclusive come quello della card si paga, e anche a caro prezzo, perciò, se dovete stare attenti al portafoglio, una buona organizzazione "fai da te" è migliore. Primo ammonimento: evitare tutti i tram ed autobus turistici che vi fanno fare il "giro della città" al pari di una scolaresca elementare in gita (vi trattano come dei deficienti). Infatti, conviene acquistare il biglietto giornaliero degli autobus, valevole anche per i tram storici (figura n°), e con questo darsi alla pazza gioia saltando d’autovettura in autovettura, fermandosi in tutti quei posti che a voi sembrano più suggestivi o quantomeno particolari. Inoltre, per esperienza personale, tutti gli autisti delle linee pubbliche sono una fonte inesauribile di "dritte" che vi porteranno alla scoperta di una Lisbona inedita che forse vi rimarrà più nel cuore.
Adiacente l’Alfama (figura n°), c’è il Castelo S.Jorge (figura n°).Da qui è possibile guardare la città dal ponte 25 de Abril fino a Marques Pombal (figura n°), dominando dall’alto Praca dos Restauradores (figura n°).Il castello inoltre, si presta come luogo fresco in cui consumare una veloce colazione al sacco. Le panchine e i muretti all’ombra degli alberi, infatti, non mancano. Fatevi un giretto a piedi nella zona, i vicoletti e l’architettura delle costruzioni vi da’ la netta sensazione che Lisbona è un caleidoscopio di stili, accavallati nel tempo e fusi tra loro.
Non un angolo è uguale ad un altro. In tutto il quartiere ma anche altrove gli edifici sono ricoperti dagli"azulejos" piccole mattonelle dipinte (figura n°), introdotte dagli arabi, adottate come sistema decorativo e protettivo nei confronti del fuoco. L’unica nota stonata sono i continui saliscendi da affrontare; tuttavia sono proprio questi a far percepire l’essenza di una città che è stata umile testimone di una storia, non sempre vissuta da protagonista. Lasciata la zona antistante il castello e l’Alfama, si giunge nel cuore turistico della capitale che si estende dalla Praca do Commercio (in stile neoclassico) fino al Rossio (figura n°), costeggiando la zona di Baixa Chiado sede di uno dei più antichi ritrovi della city : il "Cafè Nicola" (figura n°). Quello che è stato il luogo d’incontro preferito di artisti ed intellettuali d’altri tempi, oggi è un pregevole locale posto in un quartiere molto frizzante. Avendone già parlato prima, di questa parte della città (prima sezione), ci spostiamo adesso a nord di Lisbona dove fanno bella figura di se’ rispettivamente il Mosteiro dos Jerònimos (figura n°), la torre di Belem (figura n°) e il Discoveries Monument (figura n°).Il primo è sicuramente il più spettacolare in quanto legato all’architettura Manuelina, che qui trova origine ed anche la sua più alta espressione. Il chiostro del 1517 è lavorato come un merletto. Il monastero è il simbolo dell’antichissima tradizione cattolica portoghese e realmente lascia a bocca a aperta. Inoltre è anche la sede della tomba di Magellano. La torre di Belem invece, colpisce per la particolarità del luogo dove sorge (sul Tago) ed è molto interessante visitarne le celle sottostanti. Fate solamente attenzione a non arrivare troppo tardi, perché la torre chiude alle 17.30 permettendo al visitatore, che è già dentro, di rimanere sino alle 18.00. Il Padrao dos Descrobimentos, cioè l’ultimo monumento citato prima non è in realtà un "monumento" ma è una recente costruzione commemorativa che più di storico sa di "turistico". Ha in ogni modo la sua utilità in quanto ci si può salire sopra e da lì abbracciare con lo sguardo un’ampia zona che dalla torre di Belem, passa sulle "docas", sul monastero, sul bellissimo giardino botanico (non l’unico a Lisbona), fino ad arrivare a toccare il Bairro Alto della città (come da foto vedi figura n°). Proprio le "docas" un tempo magazzini mercantili sono oggi sede di bar e locali notturni che fanno tanto "glamour" quanto noia mortale. Sono i classici luoghi (vedi Pigalle) della trasgressione preconfezionata che oramai troviamo in qualsiasi capitale europea, niente di veramente eccitante. Ultima nota di riguardo di questa zona della città (proprio nelle vicinanze del monastero) è la "Confeitaria de Belem" pasticceria del 1837 che sforna gli omonimi pasticcini di pasta sfoglia. Una vera delizia di zucchero e cannella.
Alle spalle del Rossio, dove c’è pure una bellissima stazione in stile neomanuelino, comincia l’Avenida de Libertade, strada, che sia nelle dimensioni che nello stile (liberty), ricorda molto i campi elisi parigini. Questa termina nel Parque EduardoVII, dove dei bellissimi giardini fanno da cornice un orto botanico degli anni 30’ e ad (ahimè) agli alberghi più eleganti della città. In cima a questo parco, una stratosferica fontana e alle sue spalle una scultura di Botero terminano il paesaggio (figura n°).
Non cito di proposito la zona relativa all’Expo, anche perché cosa c’è di peggiore e soprattutto di anonimo di un luogo costruito e allestito come un gigantesco supermercato?
Se invece volete passare una tranquilla giornata al mare, andate in Costa di Caparica con gli autobus che partono dallo stazionamento di Praca de Espanha. L’oceano ha sempre il suo fascino, ed inoltre staccare per un giorno gli avvilenti ritmi del visitatore assetato di monumenti è sicuramente salutare. Il percorso fatto dal pullman si rivelerà molto interessante, infatti questo (sto tralasciando gli aspetti prettamente turistici quali il passaggio sul Ponte 25 de Abril..) attraversa una parte della periferia di Lisbona, certamente non citata in nessuna guida. Lo spettacolo che si presenta ai nostri occhi non è certo dei migliori. Ci sono molte case costruite sotto i viadotti dell’autostrada i cui balconi o ingressi danno su una serie di discariche a cielo aperto.
Tra rifiuti e panni appesi su ballatoi improvvisati, ci sono bambini che giocano su cumuli di spazzatura e adulti che ciondolano con fare nevrotico. Sembra di guardare un documentario sulle "favelas" in Brasile. La povertà e la degradazione diventano molto più palpabili quando alcune di quelle persone, prima solo intraviste, salgono sull’autobus. Più di qualsiasi commento, lo sguardo, anche solo di uno di quegli uomini, descrive una realtà veramente allucinante.
La periferia di Lisbona non è solo così, tuttavia bisogna dire che la restante parte dell’hinterland, al pari di molte altre capitali europee, è pur sempre di un grigiore unico. Per dovere di cronaca, il Portogallo malgrado problemi così gravi sembra essere tuttavia un paese molto più civile dell’Italia stessa. Basta dire, che tutti gli appartenenti alle classi sociali più povere hanno dei tesserini "verdi" che consentono di viaggiare gratuitamente sui mezzi di trasporto pubblico. Quel documento, infatti, certifica si, uno stato di indigenza, ma allo stesso tempo permette di usufruire di servizi pubblici senza ulteriormente ghettizzare chi è "meno fortunato".
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Estoril |
Di pregevole Estoril, ha le spiagge e basta. A parte il casinò e il circuito, che non hanno certo una bellezza intrinseca, Estoril è la lussuosa sede di eleganti alberghi, punto. Squallida, a parte il fascino del gioco d’azzardo.
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Sintra |
E’ un paesino delizioso che sembra uscito da una favola. Il borgo è sovrastato da due colline, sedi rispettivamente del castello di Sintra e del Palacio Nacional da Pena (figura n°). Il primo consiglio è quello di fare di buon mattino la visita alla cinta muraria del castello e al bosco circostante, cosa che richiede già buona parte della mattinata. Dal paesino si accede alle costruzioni mediante autobus (a pagamento naturalmente) che, data l’eccessiva presenza di turisti in questa zona, accumulano ritardi stratosferici. Da notare che quest’escursione, così come quella al Palacio, sono al quanto impegnative, infatti, più che per le attese, le pendenze dei viottoli e delle stradine mettono a dura prova anche il fiato di uno scalatore esperto. Annebbiamento della vista, pupilla dilatata, tachicardia, ginocchia flosce sono i sintomi che più facilmente potrete osservare da vicino. Di conseguenza non fatevi mancare nello zaino viveri sufficienti da consumare durante le varie tappe di questa giornata. Per i più sprovveduti ci sono comunque molti chioschi, con prezzi tanto alti quanto più siete lontani dal centro abitato. Non arrendetevi alla prima stanchezza e andate a vedere le arredatissime stanze del Palacio. Potrete, infatti, ammirare in un elegante bagno-salotto, un meraviglioso divano gabinetto, con tanto di "catenella" sempre a portata di mano. Anche le cucine non sono male.
Terminato ciò, vi rimane ancora il paesino, molto grazioso e, strano a dirsi ricco di gadgets ricordo abbastanza economici. Nota personale: il ristorante "italiano" nella piazzetta principale cucina dei primi piatti da non perdere; non prendete invece assolutamente la pizza e attenti al conto, ci provano sempre ad aggiungervi bottiglie di vino o piatti in realtà mai ordinati né tantomeno consumati. Il locale è comunque la conclusione ideale per una giornata molto dispendiosa in termini di energie. L’aria frizzante di Sintra e il suggestivo paesaggio faranno poi da cornice alla vostra digestione e al vostro ritorno nella stazione del paese, da dove poi si prende il treno per Lisbona.
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Cascais |
Sicuramente non ha il fascino di Sintra, pur tuttavia rimane un paesino da visitare per i suoi negozietti e per i suoi ristorantini. C’è infatti un’atmosfera molto rilassante, e nonostante il continuo viavai di persone, non si avverte affatto lo stress da "visita", tipico del turista. Volendo si può anche fare il bagno su una spiaggetta molto carina. In realtà molti di voi si limiteranno solo a prendere il sole, infatti l’acqua anche in pieno agosto è freddissima. Un'unica nota negativa: mangiando in uno di quei ristorantini affacciati sul mare (ma questo vale per qualsiasi altro posto di ristoro) si è totalmente assaliti dalle mosche. Spero di aver assistito ad un fenomeno sporadico, ma vi assicuro che tante mosche, così rompiballe, non ne avevo mai viste.
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Note personali |
Sicuramente Lisbona non ha il carisma di altre capitali europee ma questo non è un difetto. Infatti, (mentre) Parigi o Londra, lasciano nel turista emozioni "chiare", identificative in modo inequivocabile di uno "stile" o di una "storia" da tutti, bene o male, conosciuta; sono cioè, città che impongono la propria distinta personalità. Lisbona invece si differenzia in questo, nel senso che noi troveremo in Lisbona un po' di tutte le altre civiltà, europee e non, ma non sarà mai il contrario.
Il vero fascino di questa capitale è dato quindi dalla fusione di storie e culture che non riescono mai a sopraffarsi definitivamente, ma che si amalgamano tra loro in modo sicuramente suggestivo. È senza dubbio la mancanza di un carattere distintivo o predominante il punto di forza di questa città. Ciò che rimane impresso nella mente non è una particolare atmosfera ma una serie di immagini, odori e suoni diversi e legati tra loro allo stesso tempo.
P.S.: Chiedo scusa per le immagini, che mi riprometto di inserire al più presto in un secondo momento.
Mario Sepe |
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