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La successione mortis causa in agricoltura | Intro | Cap. I | Cap. II | Cap. III | Cap. IV | Biblio |
4.1 La trasmissione mortis causa dellazienda agraria in Europa.
4.2 Lāmbito di applicazione del diritto agrario delle successioni nei diversi paesi.
4.3 La disciplina della successione mortis causa in agricoltura nei Paesi latino-americani.
- Note -
- CONCLUSIONI -
4.1 La trasmissione mortis causa dell'azienda agraria in Europa.
La Rivoluzione francese, con i suoi ideali di libertà e uguaglianza, segna un'impronta profonda nell'evoluzione del diritto delle successioni.
In seguito ad essa, spariscono i fondi chiusi, che spesso vincolavano la trasmissione mortis causa dei beni per più generazioni, e si impongono la libertà di testare e la piena divisibilità dell'eredità. Contemporaneamente fu sancita l'equiparazione degli eredi tra loro e vennero meno i privilegi ereditari legati al sesso e all'età.
Il principio della illimitata libertà di testare e quello della uguaglianza tra gli eredi sono però, tra loro, inconciliabili. La legislazione ne ha tentato un contemperamento, istituendo la categoria degli eredi necessari, attraverso l'istituto della "legittima" a favore di determinati soggetti.
Introdotti nel Code Napolèon, questi concetti hanno poi trovato accoglienza in tutti i codici civili europei. Anche i terreni agricoli furono incorporati nella legislazione civilistica delle successioni. Di conseguenza, anche le aziende agricole venivano ricomprese nella divisione dell'eredità, il che cagionò un accentuato frazionamento fondiario. Solo in pochi Paesi la legislazione mantenne in vigore un diritto successorio speciale per l'agricoltura (Norvegia), oppure la trasmissione ereditaria dei fondi chiusi fu garantita dalla permanenza in vigore di usi successori.
Nella seconda metà del secolo scorso si svilupparono nei Paesi di lingua tedesca tendenze di segno opposto, che portarono non solo all'emanazione di leggi speciali sui fondi agricoli in svariate regioni dell'Austria e della Germania, ma anche all'introduzione di un procedimento di assegnazione nel codice civile svizzero del 1912 [1].
Con il decreto legge del 17 giugno 1938 la Francia introdusse un diritto successorio agrario speciale, in forma di procedimento di assegnazione per le piccole imprese agrarie.
La legge 19 dicembre 1961 ha considerevolmente ampliato la sfera applicativa del diritto delle assegnazioni, ulteriormente precisato con la nuova legge di orientation agricole del 4 luglio 1980. Mentre negli Stati di espressione tedesca si andava consolidando un diritto speciale (agrario) delle successioni (legge austriaca sulle successioni ereditaria del 21 maggio 1958, riforma del diritto delle assegnazioni elvetico del 6 ottobre 1972, novella dell'Höfeordung della Repubblica tedesca del 29 marzo 1976), una normativa particolare sulla trasmissione ereditaria delle aziende agrarie veniva introdotta in numerosi altri stati europei. In Spagna la legge 24 dicembre 1981 sullo statuto dell'impresa familiare agraria e dei giovani agricoltori ha stabilito un regime speciale delle successioni agricole [2].
L'introduzione di una normativa speciale di diritto agrario per la materia successoria è dibattuta in Italia; in Finlandia è già stato presentato qualche progetto di legge. Una legislazione speciale è già in vigore, fuori della Germania, in Austria, Svizzera, Francia, Norvegia, Danimarca, Lussemburgo, Grecia, Turchia. In alcuni paesi è presente quanto meno una regolamentazione particolare relativamente all'affitto di azienda agricola (così in Belgio) o alla riforma agraria e alle imprese di miglioramento fondiario (Italia, Spagna).
Anche alcuni Stati dell'Europa dell'Est, come la Polonia e la Slovenia, conoscono un diritto agrario delle successioni. Una indagine comparativa fa però emergere chiaramente la specificità dell'elaborazione giuridica nei Paesi dell'Est, rispetto a quelli occidentali.
4.2 L'àmbito di applicazione del diritto agrario delle successioni nei diversi paesi.
Per la nascita di un diritto agrario successorio, diritto di natura speciale, risulta di fondamentale importanza la determinazione dell'àmbito di applicazione all'interno dei diversi Paesi.
E' un problema essenziale determinare se il diritto (successorio) speciale debba essere obbligatorio, cioè applicabile anche senza o contro la volontà del de cuius, o se invece si tratti di un diritto speciale dispositivo, da cui il testatore possa prescindere, e che subentri solo quando questi non vi abbia derogato con difformi disposizioni di ultima volontà.
In taluni casi le disposizioni sulla trasmissione ereditaria delle aziende agrarie dettate nel quadro di una riforma fondiaria sono imperative (Spagna, Italia). Un sistema obbligatorio e un sistema facoltativo si incontrano però anche nel quadro di un diritto successorio speciale, come anche in riferimento a norme speciali sulla divisione ereditaria. Così, secondo il diritto austriaco, il legislatore può derogare alla norma che prevede la devoluzione del fondo a un erede unico [3], mentre in Svizzera, dopo la riforma legislativa del 1972, è stato chiaramente stabilito che l'assegnazione è obbligatoria, e prevale su eventuali disposizioni testamentarie difformi. Il diritto agrario successorio norvegese, escludendo la libertà di testare, presenta in misura particolarmente accentuata un carattere di vincolatività.
L'Höfeordnung tedesco nord-occidentale con la riforma legislativa del 1976 ha invece abolito il sistema di Hof a carattere obbligatorio: il proprietario può dichiarare la volontà di por fine a quel regime per la sua proprietà e far cancellare dal libro fondiario la relativa annotazione; ne consegue l'applicazione delle norme successorie di diritto comune.
Con l'introduzione di un diritto successorio speciale per le aziende agricole, il legislatore deve decidere la questione se la tutela giuridica debba essere estesa a tutte le aziende, oppure soltanto a quelle al di sopra o al di sotto di una determinata superficie. Per un'esclusione delle aziende agricole di piccole dimensioni opera la considerazione per cui una tutela giuridica è giustificabile solo ove si abbia a che fare con aziende vitali. In generale, nei vari ordinamenti è prevista la fissazione di un limite minimo, che secondo i casi è relativo alla vitalità economica (Svizzera, Austria, Germania), o a elementi fissi come la superficie (Norvegia) o il valore (Höfordnung nella Germania nord-occidentale). Più raramente si riscontra la fissazione di limiti massimi: il settimo dell'estensione minima è previsto, ad esempio, dalla legge austriaca sulla devoluzione obbligatoria ad un erede unico.
Analogamente, secondo il diritto elvetico, una grande azienda può essere scorporata, in sede di assegnazione, in più unità produttive (anche qui si riscontra perciò, seppure indirettamente, la fissazione di un massimo); identica disciplina troviamo nella legislazione tedesca sulla circolazione dei fondi rustici.
Tuttavia è possibile anche una differenziazione della normativa sulle successioni in diritto agrario, secondo che si tratti di grandi o piccole aziende. Così il diritto francese distingue tra un'attribution préférentielle facoltativa ed una attribution invece obbligatoria. L'assegnazione obbligatoria è prevista per quelle aziende la cui superficie non supera un determinato tetto. L'assegnazione obbligatoria si distingue da quella facoltativa, consentita per le aziende più estese e per quelle non agricole, per il fatto che, riguardo a queste ultime, è più ampio il margine di discrezionalità del giudice.
Il diritto successorio speciale può anche essere limitato a determinate categorie di aziende. Si tratta in tali casi di aziende costituite o assegnate nel quadro di una riforma fondiaria. La produzione di norme speciali di diritto successorio in tanto si giustifica in quanto tali aziende sono costituite in forza di un procedimento guidato dalla pubblica autorità, che persegue obiettivi determinati mediante l'impiego di mezzi pubblici. In questo contesto può essere letta anche la legislazione sulla riforma in Italia e Spagna, ma anche la normativa della successioni speciali degli Heimstätten (piccole proprietà inalienabili).
Nel quadro di un diritto agrario delle successioni, una differenziazione è possibile anche riguardo alla forma giuridica dell'azienda agricola. In alcuni paesi (Germania, Austria, Svizzera, Norvegia), il diritto agrario delle successioni è limitato al trasferimento mortis causa di aziende di proprietà del de cuius. Altri paesi (come il Belgio) conoscono una disciplina speciale solo per l'affitto. In Francia il diritto delle assegnazioni ha un raggio di operatività assai ampio, spaziando dalla proprietà ai rapporti di affitto, dall'affitto alle quote in società. Determinate disposizioni possono valere anche per aziende agrarie assegnate mediante concessione amministrativa, come in diritto spagnolo, o per il diritto di godimento costituito su un terreno di riforma fondiaria, il cui assegnatario non abbia conseguito la piena proprietà, come nel diritto italiano [4].
Infine, l'applicazione alle aziende agricole di norme speciali in materia successoria può essere anche limitata nel tempo. Questo si verifica per le aziende costituite nel quadro della legislazione italiana sulla riforma fondiaria del 1950: le limitazioni alla libertà di disporne mortis causa sono contenute entro precisi limiti temporali.
4.3 La disciplina della successione mortis causa in agricoltura nei Paesi latino-americani.
Il movimento nei paesi europei, vòlto a incentivare la nascita di un diritto successorio agrario speciale, trovò seguito anche nei paesi latino-americani, nei quali tale movimento fu incentivato soprattutto dal processo di riforma agraria.
In effetti, nelle leggi di riforma agraria di questi paesi sono venuti ad inserirsi procedimenti di aggiudicazione o dotazione di terre all'interno dei quali si trovano disposizioni specifiche per la successione mortis causa dei terreni e totalmente diverse dalle norme e dai principi civilistici.
Così in Venezuela è stata emanata il 19 marzo 1960 la legge di riforma agraria, regolamentata il 2 marzo 1987, nella quale si stabilisce un capitolo specifico in materia di dotaciÓn de tierras, istituto che è stato concepito come una normativa autonoma, consacrata nella stessa Costituzione, al fine di consentire che i contadini che non possiedono terre o le hanno in misura insufficiente ne siano dotati [5]. Le parcelas assegnate dall'Istituto agrario nazionale sono soggette a disposizioni specifiche in caso di successione mortis causa (art. 73 della legge di riforma agraria, art. 89 del regolamento).
Così, in Colombia la legge di riforma agraria n. 153 del 1961, sulla parcelaciÓn de tierras, introduce il concetto di unità agricola familiare e contiene regole riguardanti l'alienazione della proprietà parcelaria e la successione mortis causa (art. 81). Parimenti il regolamento emanato sulle parcelaciones (accordo n. 5 del 1989) contiene disposizioni specifiche per il caso di morte degli aggiudicatari di una unità agricola familiare (art. 43).
Così, in Costa Rica è stata emanata il 14 ottobre 1961 la legge n. 2825 (Ley de tierras y colonizaciÓn), nella quale sono previste norme sulla parcelaciÓn della terra; e nel suo art. 69 viene regolamentata la successione mortis causa nelle parcelas assegnate dall'Istituto, "al fine di garantire l'integrità della parcela".
Ancora, in Perù il d.l. n. 17716 (legge di riforma agraria) porta un Titolo sulle assegnazioni di terre dove si definisce l'unità agricola familiare e si afferma il principio della sua indivisibilità (art. 79), con disposizioni specifiche per l'ipotesi di morte dell'assegnatario (art. 88) [6].
Un procedimento di taglio comparatistico può dare un'idea dei concetti espressi in alcuni paesi latino-americani sotto forma di diritto agrario ereditario, con particolare riferimento al "contratto di assegnazione individuale di terre".
In Venezuela è attraverso la dotazione di terre che si crea un sistema successorio speciale. Come scrive Duque Corredor, "...la dotazione è il diritto di proprietà che si costituisce mediante un atto amministrativo speciale chiamato assegnazione di terre, ossia l'atto mediante il quale l'organo statale incaricato della riforma agraria consegna ad un individuo o ad un gruppo di individui una determinata parcela o lotto di terreno. In altre parole, giuridicamente la dotazione costituisce una proprietà speciale che ha la sua origine in un atto amministrativo chiamato "assegnazione di terre".
Il fondamento principale della dotazione è il diritto che ognuno ha di accesso alla terra, in particolare alla piccola proprietà familiare.
Fra i vari tipi di dotazione di terre che si possono avere nell'ordinamento venezuelano (individuale o collettiva, gratuita o onerosa) ci interessa in modo particolare l'assegnazione individuale di terre che ha per destinataria una persona fisica.
Per l'assegnazione di parcelas sono necessari i seguenti requisiti (art. 67):
1) Impegnarsi a lavorare la parcela personalmente o con i propri discendenti legittimi o naturali, o con gli ascendenti e collaterali.
2) Mancare di terra o possederla in misura insufficiente.
3) Avere più di diciotto anni.
L'oggetto della dotazione deve essere un appezzamento con idonei requisiti topografici e agronomici, e con l'estensione giudicata indispensabile affinché il parcelero possa realizzare la maggior parte della conduzione agricola con il suo lavoro e quello della sua famiglia. La capacità produttiva della parcela dovrà essere sufficiente per il suo costante miglioramento economico, per un effettivo sviluppo delle coltivazioni e l'incremento della produzione nazionale (art. 76).
In Costa Rica il contratto di assegnazione di terre è stato concepito da Victor Nuñez Torres come "un contratto mediante il quale lo Stato, attraverso l'ente di riforma agraria, assegna ad un agricoltore previamente qualificato una parcela o una finca agricola, con l'impegno di trasmettergliela in proprietà, dietro pagamento, se l'agricoltore durante il periodo di prova, a discrezione dell'ente, assolve gli obblighi del contratto, dimostrando di avere capacità tecnica per condurre un'impresa agraria. L'Ente vigila sulla conduzione fino alla raggiunta dimostrazione di tale capacità (quindici anni).
In Costa Rica tale contratto è stato considerato come un contratto di diritto agrario la cui funzione economica, tecnica, politica e sociale implica un nuovo schema di conduzione. Si tratta, quindi, di un contratto agrario sui generis. Un contratto la cui durata va dai venticinque ai trenta anni durante i quali le parti sono vincolate ad obblighi reciproci, il cui adempimento dipende dall'esito della nuova impresa agraria.
Una volta trascorsi quindici anni e mantenuti gli impegni con l'Istituto, il beneficiario può disporre della sua parcela; ma qualunque alienazione operata in seguito, qualora comporti una concentrazione o una suddivisione eccessiva della proprietà, dà diritto all'Istituto di riacquistare la proprietà.
In Perù la legge di riforma agraria regola l'assegnazione di terre mediante un contratto che è fondamentalmente un contratto di assegnazione di terre simile a quello costaricense. Le assegnazioni vengono fatte a favore di contadini senza terra o possessori di terra in misura insufficiente. Se l'assegnazione viene fatta a persone fisiche, si deve procedere alla costituzione di una unità agricola familiare.
In Colombia incontriamo il fondamento legale delle assegnazioni di terre o parcelaciones negli artt. da 50 a 53 e da 81 a 85 della legge di riforma agraria n. 135 del 1951, che dette luogo alla recente emanazione di un regolamento (accordo n. 5 del 31 gennaio 1989) [7].
Da quanto finora detto appare evidente che la "successione nel diritto agrario" si è arricchita, a partire dalla prima stesura del codice del '42 fino ai giorni nostri, di spunti, richiami e leggi sempre più diretti nel senso di una vera e propria "disciplina unica" in materia di successione speciale in tale campo.
Addirittura i primi segni in tal senso è stato possibile riscontrarli nel Code Napoléon, dove già risultavano di preminente importanza la tutela dell'unità del regime successorio e l'uguaglianza nella divisione tra i coeredi.
Il legislatore italiano del 1865, nel disciplinare la materia successoria, si distacca dal modello francese pur continuando ad affermare i due punti fondamentali del Code Napoléon e la non rilevanza della diversa origine dei beni. Anche qui si afferma il principio della unità delle successioni in caso di conflitto di leggi. La reductio ad unum è quindi completa.
Con il passare degli anni cresce però l'esigenza di non dare origine, in caso di successione, a fenomeni di polverizzazione che comporterebbero disgregazione dell'impresa agraria. Sono anche gli anni in cui decolla la "legislazione sociale". Tutto ciò non fa altro che accrescere il desiderio di vedere l'intera materia regolata da una disciplina di diritto agrario "speciale". Desiderio la cui presenza si fa sentire nelle leggi e nelle norme del codice dal primo dopoguerra fino ai primi anni '80. Così nella legge n. 1078 del 1940, la legge n. 590 del 1965, la legge n. 153 del 1975, la legge n. 440 del 1978 sulle terre incolte, per finire alla legge n. 203 del 1982 che sembra essere una prima, vera, risposta ai problemi di tutela nella successione agraria. Ultimo passo avanti in tal senso, ma ancora lontani dalla disciplina unica in materia, è la legge n. 97 del 31 gennaio 1994.
Ma come si è potuto vedere neppure nelle leggi da ultimo citate, il legislatore è riuscito a introdurre una nuova, particolare, fattispecie di successione anomala nel nostro ordinamento. Invero, secondo l'opinione preferibile, già il diritto di cui al I comma dell'art. 49, legge n. 203\82, non viene attribuito ai coeredi preferiti iure successionis, bensì iure proprio. Non vi è, pertanto, una modificazione sostanziale delle disposizioni di diritto successorio: per il caso di morte del proprietario di fondi rustici condotti o coltivati dal de cuius stesso, le norme applicabili per la trasmissione ereditaria del o dei fondi saranno, a seconda dei casi, quelle indicate dalle leggi summenzionate con l'ausilio di quanto riportato nel codice civile.
Dalla lettura complessiva delle disposizioni esaminate non può neanche escludersi la possibilità che le stesse vengano, ancora una volta, rimesse al giudizio della Corte Costituzionale, per una verifica della sussistenza o meno di una lesione di diritti costituzionalmente garantiti, come quello della parità di trattamento o del diritto di proprietà. Sul punto, ciò che più fa dubitare della legittimità delle disposizioni in esame è soprattutto la sostanziale mancanza di un disegno unitario e coordinato alla base della disciplina normativa, con particolare riferimento all'insieme delle condizioni previste per l'acquisto del diritto a rendersi proprietari dei fondi rustici goduti precedentemente in forza di un rapporto di natura obbligatoria.
In definitiva l'obiettivo di una disciplina unica in materia di successione, tanto ricercato e auspicato dagli inizi del secolo ad oggi, sembra essere sempre più vicino.
Illustri ed innumerevoli autori, con i loro scritti ed i loro studi, hanno fornito le basi per il perseguimento di tale obiettivo. Ma, allo stato attuale, purtroppo, rimane ancora una realtà difficile da realizzare, in virtù soprattutto del legame, che ormai sembra inscindibile, tra la "successione" e il diritto civile comune.
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